martedì 1 luglio 2008

UNA GIORNATA DI VITA

di Dario Petrolati

Penso che poche situazioni possano essere più incresciose della esistenza che conduce un pensionato.
Parlo di un pensionato normale, di chi per tutta la vita lavorativa ha dato il suo apporto fisico e mentale in cambio di danaro per comprare di che vestire, mangiare ,provvedere a pagare l'affitto di casa, se non è proprietario delle stanze ove abita, onorare le imcombenze che un normale cittadino è tenuto.
Pagare le tasse, mettere da parte "qualcosa" per la vecchiaia, tanti piccoli dovuti, che ogni giorno spuntano improvvisi , anche se pareva di aver pensato a tutto.
La vita è sempre piena di sorprese, diritti e doveri, ogni giorno ci sono parole capite male oppure espresse in modo poco chiaro.
Le piccole esigenze che se si esce di casa diventano tali.
Si vede un amico, si fanno quattro chiacchiere innoque e non sempre si può essere brillanti nell'anticipare una " offerta al bar ", alla romana spesso si dice, ma si prova anche piacere offrire un caffè ricambiare nel mentre si ricordano cose e fatti più o meno lontani nel tempo.
C' è il piacere di acquistare il quotidiano che magari si fa durare di più leggendo anche le inserzioni o pezzi che proprio non ci interessano, ma tutto il giornale è stato pagato-comprato ed allora si cerca di sfruttarlo rileggendo magari con spirito diverso la stessa notizia, dura di più nel tempo è come se avessimo fatto un migliore investimento.
Magari per un pò ci dimentichiamo che oggi l' Istat o la Confcommercio ci sbattono in prima pagina cifre stampate in caratteri grandi ove ci avvertono che dalle ore 0,7 del 1 luglio ( oggi ) il costo della vita è arrivato a superare il 3,8 per cento,che mai da 12 anni a questa data la pasta è aumentata di prezzo,così il pane ed il latte.
Le nostre esigenze pare aumentino spaventosamente, invece ci accontentiamo, ci farebbe piacere magari, staremmo più tranquilli se il minimo indispensabile non continuasse a schizzare verso l'alto, pare quasi che uno spirito maligno ci segua anche nel sonno rendendo così anche più travagliato il riposo notturno.
E la mattina mentre ci si lava, sciacqua il volto, le mani,con la piccola radio accesa
sentiamo piccoli rumori, del giorno che avanza, mescolati alle notizie del mondo dove uomini fanno guerre, muoiono, pregano.
Calcoliamo il tempo che impiegheremo per andare a piedi sino ai portici, andata e ritorno, oppure magari passare dal ciclista per sentire se era proprio indispensabile cambiare la copertura di una gomma, quanto costa, vedere, guardare gente come me, come noi, ognuno coi suoi pensieri senza comprare, guardare le vetrine e non quelle che sempre ci piacevano che ci facevano volare.
Da queste parti, ove sono le case dei pensionati, non esistono librerie novità, al massimo dall' edicola dei giornali si trova qualche edizione economica di una scusa di libro, solo in apparenza, il cui autore mai sentito, molte volte anche inventato.
Può piovere oppure essere una bella giornata, tutto diventa oggetto di un discorrere, parlare per farsi compagnia sentirsi vivi mentre gli anni passano indifferenti, così come mai si pensava potesse accadere proprio anche a noi.
Invece la vita è fatta di sorprese non sempre colorate in carta patinata.
Di questi tempi duri in cui aleggia indifferenza, volgarità, arroganza viene spesso in mente il film Umberto D.
Il prof. Battisti, la dignità quasi perduta, il timore di essere di troppo, quel bastardino che complice cercava di aiutarlo, d' incoraggiarlo insegnadogli a chiedere la carità.
Ma l' immortale personaggio creato da De Sica già solo nel porgere le mano, quando si accorse che stavano per mettergli un soldo addosso, girò il palmo fingendo di cercare la pioggia.
Quel gesto indignò i politici del dopo guerra. I panni sporchi si lavano in famiglia gridò Andreotti, la povertà delle persone per bene deve stare nascosta.
La mattina quando in chiesa sembrava parlassero con Dio certo pensavano solo a se stessi.


2 commenti:

Franco Giannini ha detto...

Quello che ammiro nei tuoi pezzi è la poesia dei ricordi abbinata alla dura realtà quotidiana.
I rammarichi di oggi impastati ai dolci struggenti ricordi di ieri.
I dati del Carrozzone ISTAT, spicchi di vita quotidiana degli anziani, fotogrammi dell' Italia del post-guerra con accenni del lavoro di De Sica: Umberto D.
Tanta acqua è passata sotto i ponti, ma a quanto pare nulla è cambiato: E' ritornata la miseria, Andreotti è sempre li, zompicchia la libertà (o quantomeno puoi dire quello che vuoi, ma nessuno ti ascolta), i Ricchi sono sempre più baldanzosi, ed i Poveri sempre più poveri e purtroppo anche rinunciatari (Forse perchè è un Italia che invecchia ??)...Ho il timore di vivere uno dei Corsi e Ricorsi della Storia che per l' Italia sono stati sempre colorati di tinte fosche.

www.dariopetrolati.it ha detto...

Il mio timore vigliacco perenne consiste anche nel fatto che ancora ed anche sempre,da ragazzo e prima,posseggo una memoria feroce difficile a descrivere, caro Franco,ricordo particolari in cui magari ero solo di passaggio e piccino sulle braccia di mia madre,poveretta, o di una zia di Senigallia,si chiamava Lina Moschini e faceva orli e rinacci ,brava come le suore di clausura.Abitava in una stanza buia con due figlioli, chè il marito Mario scappò per ritornare a Verona.Zia Lina era miopissima andava in bici al centro strada e non ebbe mai incidenti chè la gente sapendola così distratta e sorridente sempre la scansava e salutandola sorridente ed allegra poi chiedeva :chi era?.Abitò là dove c'è la curva del Misa,quasi sul ponte in fondo al viale 4 novembre per andare all'ospedale.Lavorava sempre con la luce accesa per via della vista,e rattoppava sbreghi e rifaveva orli , aveva le mani d'oro.Il più grande dei figli , Marco divenne maestro elementare ed avendo la passione dei bimbi ha scritti bei libri di favole, molto , molto belli,Marco ora vive a Fermo mi pare.Poi c'è Renzino il genio della famiglia,ingegnere alla Weber,si laureò col massimo dei voti alla Normale di Pisa.Spesso in tale città dormiva nella panchine, per mancanza di soldi,vinse concorsi eppoi ha girato tutto il mondo.Io l'ho visto l'ultima volta 20 anni fa , aveva ancora la faccia bellissima con gli occhi azzurri come la madre.Poi io da una parte e loro dall'altra, ci siamo persi fisicamente, ma non mentalmente.Questo scorcio mentale mi è uscito perchè per Zia Lina ho avuto sempre uno strano affetto,pur da anziana e più ancora , ella si comportava sempre con la voce di signorina.Pensa che aveva la mania-necessità-di camminare sempre all'ombra per non fare sbiadire i vestiti.Mamma mi disse che quando nacqui fu zia Lina a buttare sulla cappa del camino il pezzo del mio ombelico avanzato,tagliato chè dicevano avrei amato la musica,Zia lina credeva e faceva credere a ste storie e fin che stetti a Senigallia , finchè fui ragazzo,tra chitarra e radio ero sempre fissato con la musica e mamma mi ricordava il fatto di Zia Lina.
Io la ricordo ancora biondina minuta ed ochetta graziosa anche quando ormai per la chemio era senza capelli, ma portava una parrucca ricciuta chè sembrava il tempo fermato per lei.
Avevo voglia, desideravo sapessi questo piccolo-elastico ricordo della mia vita.
Ciao a te e Giuliana.
dario.