di Dario Petrolati
Erano anni che aspettavo.
E finalmente potrò andare a vedere, sentire, odorare , come se fossi indietro-avanti-chissà dove nel tempo, luoghi naturali quasi lì sulla china della dimenticanza, seppur guardati e studiati molte volte con stati d'animo gonfi di meraviglia e di anni pochi, ancora, meno degli attuali.
Luci d' artista disposte tra colli e cittadine, borghi improvvisi cerchiati da mura medioevali,
figure semibuie che avanzano tra palchi e realtà, tutti interpreti e personaggi apparentemente persi tra uno spettacolo ed un riposo, si fermano parlano tra loro e non sai spesso se assisti a scene ardite, oppure capiti per caso in un vicolo che serve anche da spogliatoio.
Tutto così intelligentemente teso è l'ambiente, a gara con la natura e la storia musicata mentre devi scorrere le paginette del libretto per sapere dove ti trovi, se è un brano dell' Amleto o sei tu l'intruso che non hai capito i confini teneri e misteriosi tra fuga e realtà, allora quasi capisci di essere, col freddo sulle spalle per l'emozione, sul Palcoscenico che attorno gira su Bassano e i cento luoghi del Festival che interessa valli e colline, castelli restaurati ove un faro potente improvviso ti aiuta a scorgere indefinite visioni, merli di mura ove Ezzelino sparse sangue per cacciare suore e preti che sempre oranti si sedevano poi a gozzovigliare ed altro a spese delle popolazioni sempre chine a lavorar la terra o combattere per guadagnarsi la promessa pace eterna.
Eppoi ti accorgi che nel villaggio dal nome strampalato anche si danza, in costume viene rappresentata la leggenda del "lago dei cigni" si piegano elevano al cielo i danzanti nel buio della notte, per poi ricomparire composte figure dai vestiti rossi-gialli-mille colori, mentre pianissimo una musica, apparente quasi, colma la sera da sogno, scolpita nel mondo delle emozioni senza tempo.
Senza sedere cammini, pochi passi, un' altro luogo dal nome pure strano ti offre una pura sinfonia che esce e allaga i vuoti apparenti della vallata, mentre la gente accorsa stupita ammira in silenzio anche la tonda, bianca luna, ghiacciata pare, e non sai se fa parte dell'immensa scenografia, artificiale o è quella vera sempre incollata al cielo, che sempre tutto vede e sa, ma tace.
Senti le voci lontane nella notte che ti par conoscere, voci di casa quasi, e vedi uno schermo bianco che spezza la notte come muro tenero, in cui giganteggia l' immagine in bianco e nero del bellissimo Alain Delon che in francese ci ricorda "Rocco e i suoi fratelli" appena restaurato.
Ma dove siamo capitati, ci chiediamo con stupore sempre crescente, cosa è che vedo sento, dove sono?.
E' solo parte dello spettacolo del Bassanese che dal 3 luglio al 7 settembre la Comunità offre a turisti raffinati abituati anche al Festival di Spoleto.
Ed ogni notte ostelli restaurati ed alberghi lussuosi sempre son pronti per le stanche membra e menti bisognose di riposo breve, però.
E' la Città principale-fulcro, Bassano, un andirivieni di persone ridenti, eleganti, bisognose di sapere oltre ed anche conoscere, che non si finisce mai.
Negozi lucenti ed eleganti sempre aperti, pare Capri nel massimo fulgore, le manca solo il mare, quelle stradine pulitissime eleganti, solo bisogna sapere se si ha desiderio di una grappa tradizionale, dove si trovano i laboratori, sempre in funzione, aperti al pubblico per mostrare come si fa ed invogliare e berne per assaggio un piccolo bicchierino, eppoi passare ad un acquisto in bottiglie caratteristiche, o il miele confezionato in vasi e vasetti da tanti colori, prezzi alti chè bisogna anche aver soldi, comunque è tutto un gran bel vedere e senza dimenticare il Ponte degli Alpini, ove sotto scorre sempre nervosa, di cascatella in cascatella, la Brenta a cui attingono immobili lunghe canne dei pescatori anche senza prendere preda alcuna.
Ma è bello lo stesso, come il profumo del pane che esce dai forni a tutte le ore, con forme enormi, tonde, per tutti i gusti.
E c' è storia che parla ricorda martiri ed eroi della Grande Guerra, ma non si può scordare il mazzetto di asparago bianco, caratteristico del luogo.
Storia, spettacoli raffinati per tutte le esigenze, prodotti del luogo e bella gente, elegante.
Tutte queste cose io già conosco e rivedo sempre volentieri, ma quest' anno sceglierò due giorni da dedicare al Festival, solo al Festival.
Dimenticherò la tavola ed il dormire, non è un sacrificio per me comunque, voglio nutrirmi di stupore, riempirmi di quello che ho visto disegnato in locandine, dimenticare allegria e tristezze, voglio sentirmi preso rapito da voci ed immagini che ho sempre sentito chiamarmi e più forte prendermi per mai dimenticare.
E finalmente potrò andare a vedere, sentire, odorare , come se fossi indietro-avanti-chissà dove nel tempo, luoghi naturali quasi lì sulla china della dimenticanza, seppur guardati e studiati molte volte con stati d'animo gonfi di meraviglia e di anni pochi, ancora, meno degli attuali.
Luci d' artista disposte tra colli e cittadine, borghi improvvisi cerchiati da mura medioevali,
figure semibuie che avanzano tra palchi e realtà, tutti interpreti e personaggi apparentemente persi tra uno spettacolo ed un riposo, si fermano parlano tra loro e non sai spesso se assisti a scene ardite, oppure capiti per caso in un vicolo che serve anche da spogliatoio.
Tutto così intelligentemente teso è l'ambiente, a gara con la natura e la storia musicata mentre devi scorrere le paginette del libretto per sapere dove ti trovi, se è un brano dell' Amleto o sei tu l'intruso che non hai capito i confini teneri e misteriosi tra fuga e realtà, allora quasi capisci di essere, col freddo sulle spalle per l'emozione, sul Palcoscenico che attorno gira su Bassano e i cento luoghi del Festival che interessa valli e colline, castelli restaurati ove un faro potente improvviso ti aiuta a scorgere indefinite visioni, merli di mura ove Ezzelino sparse sangue per cacciare suore e preti che sempre oranti si sedevano poi a gozzovigliare ed altro a spese delle popolazioni sempre chine a lavorar la terra o combattere per guadagnarsi la promessa pace eterna.
Eppoi ti accorgi che nel villaggio dal nome strampalato anche si danza, in costume viene rappresentata la leggenda del "lago dei cigni" si piegano elevano al cielo i danzanti nel buio della notte, per poi ricomparire composte figure dai vestiti rossi-gialli-mille colori, mentre pianissimo una musica, apparente quasi, colma la sera da sogno, scolpita nel mondo delle emozioni senza tempo.
Senza sedere cammini, pochi passi, un' altro luogo dal nome pure strano ti offre una pura sinfonia che esce e allaga i vuoti apparenti della vallata, mentre la gente accorsa stupita ammira in silenzio anche la tonda, bianca luna, ghiacciata pare, e non sai se fa parte dell'immensa scenografia, artificiale o è quella vera sempre incollata al cielo, che sempre tutto vede e sa, ma tace.
Senti le voci lontane nella notte che ti par conoscere, voci di casa quasi, e vedi uno schermo bianco che spezza la notte come muro tenero, in cui giganteggia l' immagine in bianco e nero del bellissimo Alain Delon che in francese ci ricorda "Rocco e i suoi fratelli" appena restaurato.
Ma dove siamo capitati, ci chiediamo con stupore sempre crescente, cosa è che vedo sento, dove sono?.
E' solo parte dello spettacolo del Bassanese che dal 3 luglio al 7 settembre la Comunità offre a turisti raffinati abituati anche al Festival di Spoleto.
Ed ogni notte ostelli restaurati ed alberghi lussuosi sempre son pronti per le stanche membra e menti bisognose di riposo breve, però.
E' la Città principale-fulcro, Bassano, un andirivieni di persone ridenti, eleganti, bisognose di sapere oltre ed anche conoscere, che non si finisce mai.
Negozi lucenti ed eleganti sempre aperti, pare Capri nel massimo fulgore, le manca solo il mare, quelle stradine pulitissime eleganti, solo bisogna sapere se si ha desiderio di una grappa tradizionale, dove si trovano i laboratori, sempre in funzione, aperti al pubblico per mostrare come si fa ed invogliare e berne per assaggio un piccolo bicchierino, eppoi passare ad un acquisto in bottiglie caratteristiche, o il miele confezionato in vasi e vasetti da tanti colori, prezzi alti chè bisogna anche aver soldi, comunque è tutto un gran bel vedere e senza dimenticare il Ponte degli Alpini, ove sotto scorre sempre nervosa, di cascatella in cascatella, la Brenta a cui attingono immobili lunghe canne dei pescatori anche senza prendere preda alcuna.
Ma è bello lo stesso, come il profumo del pane che esce dai forni a tutte le ore, con forme enormi, tonde, per tutti i gusti.
E c' è storia che parla ricorda martiri ed eroi della Grande Guerra, ma non si può scordare il mazzetto di asparago bianco, caratteristico del luogo.
Storia, spettacoli raffinati per tutte le esigenze, prodotti del luogo e bella gente, elegante.
Tutte queste cose io già conosco e rivedo sempre volentieri, ma quest' anno sceglierò due giorni da dedicare al Festival, solo al Festival.
Dimenticherò la tavola ed il dormire, non è un sacrificio per me comunque, voglio nutrirmi di stupore, riempirmi di quello che ho visto disegnato in locandine, dimenticare allegria e tristezze, voglio sentirmi preso rapito da voci ed immagini che ho sempre sentito chiamarmi e più forte prendermi per mai dimenticare.
4 commenti:
Che dire, mi par di sognare,stanco stanchissimo, ma curioso da morire e vedere il Bassano Opera Festival.
Stasera imbottito di caffè e analgesici e domani pure a costo di lasciarci le penne voglio sentire e provare cose da Parigi.
Vorrei che tutti i miei pochi amici fossero con me, magari 2, sarò solo con la musica nelle orecchie di Alessandra,la bionda nuova stagista che studia canto e dall'altra stanza prova sempre Orfeo ed Euridice.Conosce l'inglese perfettamente e pare una tedesca allegra pazzarellona,mi ha mostrato le foto digitali che fa in giro pel mondo.Pare un'ochetta ed ha una testa piena di intelligenza rara.Ebbene Alessandra è alta e molto golosa,stamattina alla Wiennese si è bevuta una brioche con marmellata ed una tazza di cioccolata, allegra canticchia: ha una voce garrula che dice amori rinascimentali.
dario
Così, per associazione di idee, Bassano, il Ponte, gli Alpini, la Brenta, Triveneto, la Lega, Bossi.
Una telefonata mi distoglie, e lascio tutto li, lettura, associazione di idee....
Un paio d' ore e riprendo da dove avevo lasciato, ma l' associazione di idee ha lasciato il posto ad un qualche cosa di più fresco, un' aria pura che non sa di salsedine.
L' aria di montagna è una cosa tutta diversa da quella di mare, più leggera, più frizzante, più riposante. Bassano però, dal 3 luglio al 7 di settembre, sarà una Senigallia senza mare durante il periodo della fiera di Sant' Agostino per quanto riguarda la confusione, una Spoleto che quel che concerne i contenuti. Il clima sarà quello di un' abbuffata di arte, cultura, spettacolo. Ma diciamolo francamente Dario, culturalmente è cosa riservata a quei pochi fortunati, che posseggono un palato predisposto alla degustazione di tali cibarie per il nutrimento dell' intelletto, perchè per tutti gli altri resta e resterà solo due mesi di festività consumistica e folcloristica.
La cultura, volutamente da chi desidera un popolo "assonnato" per ovvi motivi, è più quella del corpo che dell' anima. E da qui si potrebbero intavolare discussioni che è preferibile non fare.
Caro amico mio,
caro sempre Franco.
Vedi stando quassù si è più vicini a Bassano ove si può vedere e respirare anche quanto non regalato dal Festival, tutte le volte che passavo per Spoleto, facevo allora la Flaminia,sapevo e vedevo gente e luoghi a me proibiti.Gente snob e ricca e le dissonanze tra i ceti erano separate da muri invalicabili più di oggi.C'era gente ricca-ricchissima al Festival dei due mondi,puttane di alto ceto inanellate dai piedi alle pesanti orecchie colme di borotalco e profumi e gioielli e pietre preziose.Gente anche di Senigallia e di Los Angeles misto mare che mi teneva lontano ed aveva il birignao che io non capivo.I Ruspoli,i De Benedetti,i Caracciolo, giù-giù sempre i più ricchi padroni di giornali e della tv in bianco nero assieme alla DC.O facevi parte della loro banda ed accettavi di andare a letto con le mogli degli altri o stavi con gli uomini dai sensi particolari che facevano capo a Schippers o Menotti ed anche Visconti, se non avevi i soldi, tantissimi dovevi soggiacere a compromessi sotto le lenzuola.E fu così caro Franco che il finanziato dalle ricche vedove americane festival di Spoleto rimase per me sempre un pio desiderio inarrivabile.Quì Bassano,città anche di Tito Gobbi,nacque proprio qui,la puoi godere anche andando a spasso, ed ancora non è proibitivo andare ad assistere agli spettacoli chè per partire ci sono i soldi della Regione Veneto e gli sponsor del Nord-Est, tutti italiani coi soldi che girano sempre quassù che Bassano-Vicentina orafa la puoi vedere anche senza pagare.Resti fuori dalla bottega è vero , ma almeno l'illusione di partecipare indirettamente alla giostra te la prendi, magari mangiando una pizza mentre guardi il castello della Cornaro.Non so se potrà andare avanti se riusciranno se la globalizzazione lo permetterà, ma tutto il brillare e la grappa fanno camminare storta tanta gente.Io dovrò accontentarmi dei posti in piedi ma almeno qualcosa vedrò,chè i leghisti sono razzisti-ricchi ma meno classisti della nobiltà nera che mai mi permise l'ingresso a Spoleto.
Richiama meno gente di Spoleto ma dura due mesi e certi spettacoli sono accessibili anche ad un pensionato come me.Niente albergo logicamente,andare e venire, ma sempre qualcosa è per me eppoi Franco si fanno sempre incontri interessanti, per favore non smontarmi.
Io provo, anche per voi,
auguri per la mamma e la Giuliana, sempre,ciao
tuo dario.
Lungi da me volerti smontare, tutt' altro, vorrei essere anche io li. Forse non sono riuscito ad esprimere quello che volevo e come volevo, ora ci riprovo. Volevo dire che non sono i soldi, gli ori, i bei vestiti a tramutare gli asini in individui colti, occorre l' istruzione, o "forzatamente" impartita (la scuola), o quella ricercata con la volontà ed il piacere di apprendere dell' autodidatta. Ci saranno stati ricchi (ed ignoranti) a Spoleto, come ce ne saranno ( forse in numero minore anche a Bassano) altrettanto ricchi ma ugualmente rozzi ed ignoranti. Come pure ci saranno tanti appassionati, forse meno ricchi, ma culturalmente più preparati, che a costo di innumerevoli sacrifici, si accontenteranno di qualsiasi cosa pur di partecipare, ascoltare, vivere quei momenti di cultura che Bassano offre. Questi sono i "Ricchi solo di Interiorità". E tu, lo sai, anche se la tua modestia te lo impone, che appartieni a quest' ultima categoria. Poi ci sono quelli, il limbo della società, che ridono, si divertono, si spintonano, comperano l' inutile, nuotando nel loro involucro vuoto. Se chiedi loro cosa festeggiano non sanno dirti nè il perchè nè il per cosa sono li, ma magari il loro alito profuma dell' acro aroma di grappa, che li aiuterà a divertirsi oggi attendendo e preperandosi alle fatiche fisiche di domani.
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