mercoledì 23 luglio 2008

LAGGIU' ABITA ANNALISA.


di Dario Petrolati


Nel fresco rosato della mattina che tarda.
Rifrange sui mattoni e sulle lapidi il timido sole che sorgerà più tardi.
Davanti ho Ponte Molino.
Mi fermo per osservare sotto nel Piovego (il fiume che attraversa Padova: N.d.R) i cigni che di già giocano, i piccoli neri, mentre immobile presuntuoso il bianchissimo enorme capo finge di dormire: osserva.
Chissà se avrà pensieri il bellissimo cigno o agirà solo d'istinto, magari aprendo poi le ali, stendendole al sole farà un gesto, lancerà un accordo ed allora l'intero branco risalirà la corrente lenta-lenta sino alla Torre dell' Osservatorio di Galileo dai mattoni fatti a mano pressati e cotti al sole come si dice facessero una volta.
Ma prima o dopo vedo la targa di Via Dei Savonarola, sempre ci passo ed ora solo mi ricordo che in fondo alla disarticolata strada c' era un cinemetto di quelli poveri, ora solo rammento, ove uno si faceva la fila per entrare a vedere " l' ultima neve di primavera".
La storia lacrimosa di un bellissimo bambino che fece piangere tutti gli spettatori, chè il bimbo alla fine moriva tra le braccia del papà.
Ogni volta che si accendevano le luci per far riposare la macchina delle proiezione, si sentiva un rumore scordato di lacrime e fazzoletti ,ma erano giovinetti, eppure tutti piangevano, quasi con gusto, chè molti videro il film addirittura 2 volte.
Fu un filmetto poi scomparso dal giro, ma fece storia per le lacrime versate, forse allora eravamo più buoni, ingenui, fessi.
C' erano meno luci in giro e si girava di notte sotto i portici bui senza paura, nemmeno concependo assalti o violenze, si sentivano allegre risate di ragazze che con la pancia addirittura e la bocca larga dicevano parole grasse simpatiche colme di intese amorose, come solo le padovane belle possono e sanno fare.
Che lunga bella difficile edificata a caso, questa via che pare parli, le case sono piene di piccole storie borghesi e proletarie, non sanno tacere si sentono voci in dialetto che dicono - dicono ed io non capisco, mescolato a radio che trasmettono notiziari locali, intercalato continuamente dalla parola " mona " dai tanti significati che ogni volta ho chiesto spiegazioni anche a ragazze e quelle ridendo con le gambe lunghe senza tante storie si toccavano il basso ventre dicendo: questa!.
Vuol dire anche fesso, ritardato, porca miseria, ma il più delle volte significa ritorna da dove sei venuto, che può essere anche l' augurio : tu possa tornare alle origini ventrali ove eri protetto e stavi in pace.
Ed allora lo dicono signore di bell' aspetto, che hanno profumo che turba solo a vederle, lo ripetono con voce irata e sgraziata i muratori nel passarsi i mattoni al volo di mano in mano mentre rifanno un muro , aggiustano un arco.
Quest' anche è la Padova che scopro e rivedo con occhi ed anni diversi, passati senza che mi accorgessi di tanti perchè.
Ha la pavimentazione rifatta da poco Via dei Savonarola, a sassi tondi quasi tutti uguali senza una buca, ed archi fatti a caso, eretti da muratori della domenica, per proteggersi dalla pioggia e fermarsi avanti ai portoni per fare quattro ciacole, prima di ritirarsi o fingere.
In fondo, in curva tutta storta come un mal di pancia, c' è un ponticello pedonale che serve per abbreviare la strada, passare dalla riva sinistra del Piovego alla parte opposta.
Tutto a caso d' istinto, come i giardini improvvisati sopra le terrazze, al posto dei tetti, ove le serve stendono la biancheria lavata, per asciugarla al sole e all' aria che si spera più pulita.
Da queste parti abita Annalisa, mi ha detto il numero civico ed il telefono, ma l' ho perduto , non ricordo.
Sabato uscirà di casa per andare in Olanda.
Partirà la mattina presto in treno, solo tre giorni, per sfogare la mente e fumare a piedi tra la gente che usa solo bici.
Eppoi basta, altro non so.
Tremava ieri mentre studiava, sembrava avesse freddo, ma io ho sentito, pensato che la sua è solo purtroppo inquietudine, paura e voglia di sparire.
A 22 anni stufa di vivere senza dirlo, stremata da pensieri onirici, un corpo da ragazzino, se non avesse il piccolo accenno dei suoi seni parrebbe personaggio di film svedese, uno di quelli di Bergman prima che l' assalisse la depressione, la crisi esistenziale per questo campare difficile.
La sosta, i pensieri, l' acquisto di Repubblica, tornare indietro a Ponte Molino tutto è durato brevissimo, sempre la testa occupata per la cupezza di Annalisa.
Se questo è vivere io non so.

4 commenti:

www.dariopetrolati.it ha detto...

sono le 11,30 Annalisa cupa , misteriosa sempre di là lavora , Sola, davanti al computer.Oggi non ha freddo,indossa calzini di lana grezza,ha le dita di bambina estremamente morsicate,senza unghie,quasi tutte rose,dai denti forti di giovinetta solare d'età.
E' chiusa e lavora eretta senza parlare,di pomeriggio,prima delle sei le parlerò,cercherò il coraggio che non ho.
dario.

Franco Giannini ha detto...

Una cosa è certa, Dario, questo non è vivere, è solo un sopravvivere. Conseguentemente gli animi più sensibili, i più arrendevoli, gli indifesi, hanno problemi notevoli di adattamento.
A volte molti, riescono a reagire, ma altri si lasciano andare preferendo non lottare. Non sono un psicologo (intanto neppure loro possono far nulla!) e non ho medicine, posso solo individuare la provenienza del male e chi diffonde questi virus, ma questo è un altro discorso che porterebbe fuori tema.
Annalisa è vicino a te, a tuo fianco che studia, mettile un braccio sulle spalle, e digli di prendere il treno, ma non per l' Olanda, ma per Genova.
Non tre giorni gli serviranno, ma tre ore, per rendersi conto di quanto vale una vita, quanti bambini lottano soffrendo per guadagnarsi una speranza, quanti genitori piangono, supplicano, sperano in quella Buona Sanità che sembra tenere almeno qui.
La vita che viviamo oggi in questo mondo non è certo la bella vita patinata che molti vorrebbero avere e vivere. Ma neppure quella è il vero vivere bello. Il vivere bello, è il sapersi adattare a quel poco che uno ha. Sta tutto nella gestione di un verbo, il condizionale: "uno ha" con "uno vorrebbe avere". Il condizionale poi potrebbe portare ad un' altra infezione dell' essere umano che è l' Invidia. E l' invidia a sua volta porta alla insoddisfazione, al continuo logorio interno, alla frustrazione, al bisogno dovuto alle esigenze.
Le Esigenze non esistono ! Esiste solo la stupidità dell' individuo esigente. Esistono delle necessità, quello si, ma anch' esse con infinite priorità.
Annalisa so che sei intelligente...ma ora ce lo devi dimostrare e solo tu sai come.

www.dariopetrolati.it ha detto...

Caro Franco,
vedrai che riusciremo nel nostro dovere-impegno.
Ho chiesto aiuto ad Annalisa,aiuto di una ragazza che stimo e potrebbe essere mia figlia.
Le ho parlato di Riccardo ,un poco somiglia allo stesso,sono etrambi di pelle scura ed hanno gli occhi neri e sempre stupiti ascoltano ed anche altro.Grazie per l'aiuto comprensione che mi dai:sei l'amico che sempre avrei dovuto avere, ma prima quando ancora giravo ed allora forse non sarei stato quel sognatore ignoto come il Marinaio dipinto da Antonello da Messina.Più tardi vedrò di portare Annalisa alla Wiennese e farò in modo di essere sciocco,se possibile,farla sorridere , prenderla per mano.Prima le ho detto che deve riguardarsi come se fosse la mia fidanzata - bambina, bambola da esporre vinta alla lotteria della vita.
Ha sorriso, appena ed abbassato lo sguardo.Dopo la tormenterò buttandole addosso la responsabilità per farmi tornare sereno.
Deve sapere con leggerezza che la sua vita salva può salvare le mie illusioni,potrò seguitare a vederla come se vedessi Riccardo.Un misto di sentimenti che positivamente la turbi e si senta in obbligo nei miei confronti,da bambina-figlia-morosa.
Un amore leggero come ali di farfalla,solo pensieri,mentali rapporti profondi nell'anima sì da levarle ogni desiderio di non più vivere , anzi farla sognare ancora e sollevare per aria.
Credo di riuscirci,lo debbo fare.
A te grazie per la fiducia.
dario.

www.dariopetrolati.it ha detto...

Anche con qualche riserva,sfuggendo chè pare avere paura,ieri sera Annalisa, prima di uscire mi ha fatto promesse.
Promesse però,ma se l'ha fatto solo per disagio o ch'è roba nuova per lei trovare che qualcuno si curi, preoccupi questo proprio sicuro non so.
Stamane, se riuscirò, la porterò alla Wiennese per fare colazione,sempre che accetti.
Che differenza ste ragazze originarie della stessa medesima terra,il Feltrino,stessa Facoltà, eppure una ritrosia spaventata una mentre , l'altra ti sbatte in faccia la sua femminilità incipiente.
Colpa , meriti , tempi?.
Spero e m'impegno.
dario