sabato 14 giugno 2008

REFERENDUM - esiti analisi


di Dario Petrolati


L' esito della vittoria dei no in Irlanda ha spiazzato un poco tutti i Paesi della Comunità Europea.
Era dato per scontato che la nazione che meglio aveva saputo sfruttare i prestiti convenzionati l' Irlanda senza tanto rumore ha saputo impiegare e risollevarsi dalla miseria del sapore di patate. Questa nazione nordica nel suo silenzioso verde ha investito le somme di sua pertinenza sino ad arrivare alla data in cui per accordi precedenti avrebbe espresso tramite referendum il suo assenso o dissenso al trattato di Lisbona, di certo i meritati legali aiuti avrebbero dovuto influire sull'esito del voto popolare.
Così è stato : nel suo splendido isolamento il Paese ha detto un brutto, ingrato no.
Sorpresa amara per l'Europa chè basta un solo no per bloccare e lasciare nel disappunto generale l' intero Continente.
Allora si dovrebbe ricominciare tutto daccapo, ogni trattativa pur di addivenire concretamente alla realizzazione di una Comunità come da lavori iniziati sin dai lontani anni di Ustica quando Spinelli nella sua terra di confino cominciò a stilare i principi di una Nazione federata che comprendesse quanti più Paesi d' Europa.
Sembrava un sogno, un continuo compromesso, religioni, usi e costumi, tradizioni e lingue diverse, unire nell' interesse comune del Continente popoli che assieme avrebbero sofferto meno e raggiunto traguardi contendendo all' America lo scettro di decisioni mondiali.
Come, nella massima cautela e sensibilità, arrivare alla realizzazione di un sogno senza che gli interessati pensassero di essere strumentalizzati da un paese o menti guida, non era facile e ciò sta a dimostrare che davvero questa " Nazione Federata " non ha un iter semplice, anzi ogni tanto capita un inceppo che con pazienza intelligenza e solidarietà bisogna superare.
Ieri purtroppo il voto di un piccolo popolo rischia di bloccare tutto il lavoro che in tanti anni uomini al di sopra delle parti hanno intessuto, di fronte allo stupore generale misto ad amarezza, negando il riconoscimento del Trattato di Lisbona l' Irlanda fa rischiare inutile e quasi impossibile la realizzazinione nei suoi principi.
Qualche Capo di Stato ha cominciato ad irritarsi e nell'interesse glogale del Continente ha espresso l'opinione che chi non vuole non ci sta. In breve non è obbligatorio far parte dell'Unione e se una , una sola piccola minoranza pone un veto e rischia così di annullare la Unione allora si cambia anche statuto: si deve tener conto della maggioranza democratica, chè non può essere vincolante l'espressione di una minoranza per bloccare o annullare la realizzazione del Continente Federato.
Si spera nel coraggio e nella preparazione di uomini democratici per chiudere il cerchio ed arrivare finalmente alla realizzazione della Comunità Europea nella pienezza dei suoi poteri.

1 commento:

www.dariopetrolati.it ha detto...

Allora avevo visto giusto.
Giocano al rialzo.
Anche oggi su Repubblica ed altra stampa,non quella del pseudoregime,Ciampi ieri sera e amarissimamante anche Prodi invitano a tirare avanti anzi per dirla chiara e tonda il sunto è:chi ci sta,ci sta , chi non vuole o intende piantare grane trova la porta di uscita sempre
aperta.
Troppo comodo partecipare a chiacchiere mettere le mani nella borsa comune eppoi frapporre i se ed i ma.
Qualche malevolo pare abbia detto eppoi scritto : l'aborto.eh., l'aborto,l'Irlanda è un paese cattolico.
Ho capito , usano pallottole i giorni dispari per i loro interessi politici,uccidono con armi,eppoi cristianamente provano a fare i furbetti con la religione.
Beh., per prima cosa leggano e capiscano il trattato di Lisbona, poi prima di prendere i soldi della Comunità rispondano con onore.
Cà nisciuno è fesso,anche se comanda Berlusconi qualcosa di Macchiavelli ricordiamo.
dario