venerdì 6 giugno 2008

SPIGOLATURE -5-

Aver ragione o torto , roba mia roba nostra.



di Dario Petrolati



In questa città che vive sul turismo , con la Università che richiama circa 60-65 mila studenti, Il Santo e le varie associazioni cattoliche , si avverte una stasi deprimente che coinvolge il mercato post-industriale,il commercio generico e specifico e tutte le altre attività che contribuivano a rendere Padova città dalla parvenza ricca.
I chioschetti dei gelatai che richiamavano bambini e famiglie per il dopo cena sono tutti chiusi ed alle 21 si spengono le luci dei bar-pizzerie, tranne quelli delle Piazze centrali ove ogni tanto scoppia la guerra dello spritz, allora scoppia il mordi e fuggi , la contestazione su pseudo problemi sul chi ha torto o ragione.
La mattina gli spazzini debbono raccogliere la plastica gettata-bicchieri e bottiglie -in terra quasi per sfida.
La Città del Santo, delle candele , delle preghiere,conventi e case di suore tira avanti nella speranza che per pietà o per miracolo arrivi il tempo che compete al mese di giugno,chè a furia di piovere sempre la gente non sa ancora come e quando cambiare i vestiti di stagione,eppoi uscire di casa dopo cena anche non piovesse c'è sempre quella vaga confusa remora in quanto in giro c'è
gente scura dalla pelle nera, prostituzione delle ragazze dell'est , che anche di giorno lavorano per le strade non più solo di periferia, insomma Padova pare una città pericolosa come quelle che si vedono nei telegiornali.
Sarà anche vero che gira tanta povertà sempre montante, ma dare la colpa sempre agli altri è diventato un costume che moralmente non accetto, subisco questo sistema frutto d'ignoranzache trova ogni giorno di più una spinta dalla destra politica ove alberga la tesi che le legge va rispettata , osservata : tolleranza zero va di moda dire.
Purtroppo questa morale si riferisce in primis allo straniero povero miserabile ,e le panchine della Padova notturna sono strapiene di gente che dorme sotto le stelle.
Mi sorprende ed amareggia constatare che le classi meno abbienti siano le più incattivite contro chi poco o nulla ha ( specie se sono stranieri ) e basta poco per sentirsi ospite non gradito in patria,allora succede che se chi commette un reato e non è regolare con i documenti subito si alza il pugno giustiziere senza pietà o giustificazione, se poi è italiano allora si prova schifo ma la violenza è minore , si cerca a volte di capire.
Si era cominciato dai films di fantascienza, per poi passare ai cartoni giapponesi e i bambini diventati grandi senza la dovuta istruzione hanno cominciato a confondere il reale dalla fantasia.
Lo spaccio di droghe varie e la birra di marca scadente rendono la passeggiata dopo cena un ricordo del secolo scorso,le luci ,per risparmio energetico globale si alternano ad angoli bui e nessuno si accorge delle costosissime vetture nuove che scorrazzano per sensi vietati e chi sta male e non ha soldi , dopo trafile eterne, deve pagare se vuole morire più tardi.
Allora il tempo atmosferico, la depressione morale, l' egoismo nascosto, la falsa pietà, i dialetti scordati, i soldi che mancano , tutto contribuisce a rendere nervosa questa generazione ,ma quale ?, ed ognuno comincia ad avere cattivi pensieri.
La vita è anche questa, ma credevo, speravo non toccasse anche a me subire

1 commento:

www.dariopetrolati.it ha detto...

Quei padovani che lavorano con me , vicino a me,si sono risentiti chè a loro sembra io non nutra amore per la Città del Santo, avrei dovuto essere più dolce meno rigido con quella che molti patavini considerano quasi Città benedetta avendo avuto la fortuna di raccogliere le spoglie di Antonio.A volte mi sembra di essere mentalmente fuori strada,chè non posso capire adeguarmi a questo ballamme indifferenza distinguo tra pelli scure e più bianche.Non so, sarà la mia continua fuga da me stesso da ogni luogo ove ho vissuto, sarà quel che sarà, ma questo modo di concepire la vita la esistenza sul valore delle parole io lo sopporto sempre meno specie quando si discrimina l'uomo a seconda della lingua, del colore della pelle,degli usi e costumi che si praticano.
In breve non riesco ad adeguarmi ,diffidare di chi è diverso da me da chi non capisco.
Non si ha ragione quando non si comprende e questa terra che calpestiamo non è nostra, nostra di chi?,usiamo i luoghi e consumiamo l'aria come gli altri e non abbiamo diritto di giudicare giudicare , chi siamo noi?.
Spero che questo momento di dubbi incertezze passi e il futuro riservato ai nostri nipoti sia meno ingrato e ci faccia degni uomini.
dario.