venerdì 27 giugno 2008

UNA PERSONA DA IMITARE (Emilio Rosini... jesino doc !!)

di Dario Petrolati

Era ferragosto, caldo come quest' anno, quel pomeriggio che ebbi la fortuna-premio di conoscere Emilio.
Di lui avevo già letto varie, tantissime espressioni, della sua intensa vita, sapevo che era marchigiano come me, anzi di Jesi, la Città di Federico sempre primo in tutto che commise un solo errore : non s' inginocchiò al Papa ed il fatto gli fu fatale.
Ho sempre subito un fascino smisurato per l' Imperatore nato dalle mie parti, l' immensa intelligenza e la sua vita ho sempre cercato di sapere attraverso libri scritti da storici più disparati per cercare di capire, almeno da lontano, fino a che punto quell'uomo generato da Costanza in mezza età, sia riuscito a vedere la verità della vita e di quanto la stessa fosse frutto , benevolo e malevolo, senza farsi indottrinare dal clero o papato del caso.
Il fatto che anche Emilio provenga da quelle parti mi ha sempre incuriosito, almeno ora, dopo che entrambi siamo andati " in pensione", avevo la possibilità sfacciatamente allegra di poter vedere ed udire l' avvocato che quando facevo il liquidatore sinistri, mai ero riuscito ad offrigli generosi onorari pur di tagliare sulla sorte. Mai vuol dire mai, e con lo Studio Tosi-Rosini non sono riuscito a definire un danno liquidando la sorte nell'interesse del mio datore di lavoro brillando poi sugli onorari legali. Per quasi venti anni, l'avvocato ha sempre e solo parlato prima degli interessi del suo cliente eppoi delle sue spettanze.
Col passare degli anni siamo arrivati alla data in cui si cominciano a sommare e detrarre le azioni, i tentativi, le ambizioni, insomma si tenta di fare un calcolo più o meno obbiettivo della propria esistenza, arrivano le occasioni che credevamo perdute ed invece si possono vedere, toccare persone ed udirne le parole che o solo per telefono o per scritto si era sentito l' umore.
Così quel ferragosto, ora non ricordo il motivo, Emilio mi fissò un appuntamento a Padova, lui veniva in treno da Venezia ( ove abita ), e dopo le 14 sotto quella calura che ancora mi pare indossare, in piazzetta Petrarca, vicino all' Abbazia del Carmine ci sedemmo al tavolo di un baretto semivuoto e durante la bevuta del caffè lo investii di domande-domande per conoscere dalla sua viva voce le azioni politiche, il travaglio e le le lotte parlamentari vinte e perse nella sua onorata carriera di parlamentare.
A me interessava sapere della democrazia culturale del periodo del " Manifesto", il caso del " Dottor Zivago" dello strapotere di Alicata, sapere insomma la verità almeno ora dopo tanto tempo, dopo le espulsioni, dopo le frazioni e come si viveva davvero nel bottegone quando comandava Togliatti ed Ingrao ed Amendola sostenevano tesi opposte sino a commuovere o per partigianeria si finiva col tifare per l'uno o l'altro. Erano tante le cose, le storie non scritte, sentite e mai dette che capii così all'improvviso che sarebbe stato più logico e costruttivo tacere e far si che Emilio, capito il mio stato d'animo, parlasse liberamente solo lui chè i fatti, gli anni erano troppi ed io non sapevo,immaginavo molte cose. Bastava leggessi il suo ultimo libro " L'ala dell'angelo" e mi sarei commosso di fronte a questo uomo che mai ha piegato la schiena e credendo ciecamente negli ideali del riscatto dei deboli-sottoproletariato ha impiegato tutta la sua vita ha combattere le ingiustizie e le bugie sicuro, forse, che sarebbe venuto un giorno in cui lo sfruttamento dell' uomo sull' uomo non sarebbe stato che un vago-lontanissimo spregevole ricordo. E le confidenze di tanti anni di vita intensamente impegnata mi hanno lasciato un ricordo che sempre ho davanti come se avessi visto sentito tutta la sua esperienza con delusioni e dignitosi dolori nascosti .
Emilio anche con spirito intelligente mi ha confessato la lunghissima esperienza politica con nomi, luoghi , colori che sebbene io sappia di fatti in maniera indiretta , tanto e tale è stato il suo desiderio di trasmettermi ciò che io desideravo conoscere che da quel giorno ogni volta che leggo qualcosa da lui scritto, oppure ho la fortuna d' incontrarlo mi pare di averlo sempre conosciuto e di essergli stato compagno di vita nelle sue avventure, nei suoi ideali che mi sembra siano sempre stati anche miei.
Ogni volta che ci vediamo magari ci sfugge una battuta in marchigiano, succede allora che lo sento parente oltre le idee comuni ed i pensieri che pure sono separati.
Ecco, io spesso lo penso, e cerco di capire anche le tante cose di cui ancora non abbiamo potuto parlare.
Se ci fosse più possibilità e tempo disponibile credo che da Emilio potrei imparare tante cose ancora, senza dover ricorrere a libri o riviste, dalla sua viva voce potrei conoscere la storia che cerco e di cui non conosco i confini.
Sono sempre grato della sua amicizia regalatami, è cosa preziosa che mi porto dietro con cura.
Emilio è uomo, sempre da imitare.

2 commenti:

Franco Giannini ha detto...

Non ho avuto la stessa fortuna del nostro Petrolati, nel conoscere personalmente l' Avv. Emilio Rosini. Ho avuto però modo di leggere il suo libro "L' ala dell' Angelo" apprezzandone i contenuti ma ancor più l' onesta intellettuale dell' autore. Dal 1944 al 1966 operò nel PCI e fu anche deputato alla Camera. Avvocato, docente anche all' Università di Ancona, consigliere di Stato, nonché presidente del T.A.R. del Veneto e vice sindaco di Venezia.
Figlio di quel Pietro Rosini della "Settimana Rossa" , e nipote di Nazareno Rosini (padre di Pietro e nonno di Emilio)anarchici di quando l' anarchia non aveva gli stessi ideali di quelli odierni.
Il sottotitolo del libro è "Itinerario di un comunista perplesso". Un libro che lo consiglio di leggere a chi crede di essere comunista, a chi non lo è, ma soprattutto chi vuol far credere di esserlo. C' è da rivedere tanti errori in cui si è caduti e si continua volutamente a cadere, per cui c' è il chiedersi se lo si fa per imbecillità o per mancanza di moralità.
Lo consiglio anche ai suoi concittadini, perchè nelle prime pagine soprattutto, ci sono spaccati di vita di un tempo a Jesi.

www.dariopetrolati.it ha detto...

Vero Franco,
verissimo quello che dici io non ho saputo dirlo.
Per fortuna ci sei tu che conosci e sai di luoghi e persone molto meglio di me.
Del libro ,ho volutamente dimenticato la storia della zia che faceva la lavandaia.Povera, povera sino a toccare la sensibilità del sindaco di Jesi,ma la signora rifiutò, nonostante il bisogno,aiuti sociali chè a lei pensavano i nipoti,non era vero ed Emilio si rode e non sa darsi pace per il mancato aiuto alla zia Jesina.
Quando morì la signora,Jesi, le mura della città furono coperte dai manifesti a lutto dell'U.D.I. nazionale e del Partito Comunista Italiano.
Il suo nome ed il suo esempio per i giovani e gli immodesti.
dario.


p.s.
Consiglio il libro , molto commovente, io non sapevo di storie di guerra e di pace che avevano toccato la mia regione,così belle.
dario.