di Franco Giannini
Non è una lettera è un semplice sfogo, ma almeno per questa volta non tocco i politici, occupati come sono a risolvere i primari problemi del paese: Intercettazioni, Raccomandazioni, Lodo Schifani e Loro Sicurezza, PD o RED, Dimostrare ora o rimandare a Settembre con il fresco. Ed allora:
Caro Sig. Antonio Rossi,
mi dispiace doverglielo dire con tutta franchezza ma il suo comportamento, lo posso comprendere, ma non lo posso accettare.
Lei, un campione di canoa (manco uno sport d’ elite) ma proprio per questo ancor più campione, perché i suoi inizi, saranno stati fatti di sacrifici duri, veri, con alzatacce senza benefit, trasferte basate su pranzi al sacco (come li hanno fatti del resto un pò tutti i neofiti nati “dalla miseria” di questo nobile sport che è il canottaggio nel senso più ampio) di ritorni in sede in giornata con ore di pulmino con le canoe e barche al seguito sul carrello o nelle trasferte più impegnative, pernottamenti in alberghetti in quattro in una camera. Ma è grazie alla sua costanza, passione e serietà, ha avuto la “fortuna” (per merito ben s’ intende) di entrare a far parte del prestigioso gruppo sportivo delle Fiamme Gialle che le ha permesso e le permette una vita dignitosa (ed “invidiata” da tanti sportivi e non) e che lo sta conducendo verso la quinta Olimpiade. Non doveva però cadermi dove è caduto con l’ esternazione di andare all’ Olimpiade di Pechino, con un “Braccialetto per il Tibet”.
Può servire solo per lanciare una moda e venderne milioni di pezzi, magari perché no, in nome del Tibet e nell’ interesse degli speculatori. Le lotte si fanno, e lei me lo insegna, a forza di sacrifici, ed in questo caso il sacrificio stava nel non partecipare.
Spero solo, visto che per essere campioni occorre oltre che la forza muscolare, soprattutto intelligenza, che una frase simile, un’ idea si balzana, non sia uscita dalla sua bocca volontariamente, bensì le sia stata messa in bocca e lei come uomo immagine ne abbia riprodotto solo il suono, e magari invece come sportivo se ne sia sentito mortificato due volte : una prima perché incapace di opporsi e secondo perché ciò non da lei condiviso.
Oltre tutto un simile intervento lo avevo previsto e da dire che io non sono uno molto lungimirante ( http://scaloni.it/popinga/la-xxix-olimpiade-moderna-di-lhasa-o-di-pechino/ ) che qualche atleta “forzatamente” avrebbe trovato una soluzione facile facile per accontentare “Capra e Cavoli”.
Ma se ne faccia pure una ragione, lei è alla fin fine solo un atleta che ha “pensato” questa trovata. Immagini chi invece, e si tratta di una primaria azienda nazionale, che per un semplice spot televisivo, prima l’ ha fatto, poi ci ha ripensato e per non inimicarsi la Cina, gli ha chiesto scusa perchè il Richard Gere cinematografico (legato al Tibet) lascia le impronte delle sue mani sulla neve vicino a quelle di un bambino tibetano. Ecco come ci rende il dio profitto, genuflessi in modi sconci.
Ecco che allora il mio pensiero, corre verso quei 250 bambini che hanno disputato, giorni or sono, un torneo di calcio a Padova, dove tutti ne sono usciti vincitori, dove un ragazzino di nome Riccardo, è stato segnalato quale miglior portiere, dove lo stesso ragazzino per l’ emozione si è sentito male la notte, dove le pagine del giornale locale Il Gazzettino hanno dato evidenza a questo torneo giovanile, dove questo ragazzino, in ferie a Bibione con i suoi genitori è stato convocato a Padova per una nuova partita ma che appena terminatala ritornerà in vacanza nella stessa serata, dove il contorno di pubblico sarà composto dall' insieme di genitori e nonni: quelli di Riccardo non avranno contrassegni politici o militari, saranno semplicemente mamma Sandra, papà Fabrizio, nonna Olga e nonno Dario.
Se proprio poi vogliamo vederci degli sponsor, va beh !, per questa volta pizza e gelato pagato.
Ma caro Antonio, e questo lo sai anche tu anche se non puoi dirlo, è la vera essenza dello sport…ingenuità, passione, spensieratezza, e tanta onestà che i genitori inculcano nelle menti dei bambini e che a volte (ormai troppo spesso) viene influenzata in modo negativo da chi del vero sport ne ha fatto uno sporco Business, ed oggi anche sporche transazioni politiche.
Caro Sig. Antonio Rossi,
mi dispiace doverglielo dire con tutta franchezza ma il suo comportamento, lo posso comprendere, ma non lo posso accettare.
Lei, un campione di canoa (manco uno sport d’ elite) ma proprio per questo ancor più campione, perché i suoi inizi, saranno stati fatti di sacrifici duri, veri, con alzatacce senza benefit, trasferte basate su pranzi al sacco (come li hanno fatti del resto un pò tutti i neofiti nati “dalla miseria” di questo nobile sport che è il canottaggio nel senso più ampio) di ritorni in sede in giornata con ore di pulmino con le canoe e barche al seguito sul carrello o nelle trasferte più impegnative, pernottamenti in alberghetti in quattro in una camera. Ma è grazie alla sua costanza, passione e serietà, ha avuto la “fortuna” (per merito ben s’ intende) di entrare a far parte del prestigioso gruppo sportivo delle Fiamme Gialle che le ha permesso e le permette una vita dignitosa (ed “invidiata” da tanti sportivi e non) e che lo sta conducendo verso la quinta Olimpiade. Non doveva però cadermi dove è caduto con l’ esternazione di andare all’ Olimpiade di Pechino, con un “Braccialetto per il Tibet”.
Può servire solo per lanciare una moda e venderne milioni di pezzi, magari perché no, in nome del Tibet e nell’ interesse degli speculatori. Le lotte si fanno, e lei me lo insegna, a forza di sacrifici, ed in questo caso il sacrificio stava nel non partecipare.
Spero solo, visto che per essere campioni occorre oltre che la forza muscolare, soprattutto intelligenza, che una frase simile, un’ idea si balzana, non sia uscita dalla sua bocca volontariamente, bensì le sia stata messa in bocca e lei come uomo immagine ne abbia riprodotto solo il suono, e magari invece come sportivo se ne sia sentito mortificato due volte : una prima perché incapace di opporsi e secondo perché ciò non da lei condiviso.
Oltre tutto un simile intervento lo avevo previsto e da dire che io non sono uno molto lungimirante ( http://scaloni.it/popinga/la-xxix-olimpiade-moderna-di-lhasa-o-di-pechino/ ) che qualche atleta “forzatamente” avrebbe trovato una soluzione facile facile per accontentare “Capra e Cavoli”.
Ma se ne faccia pure una ragione, lei è alla fin fine solo un atleta che ha “pensato” questa trovata. Immagini chi invece, e si tratta di una primaria azienda nazionale, che per un semplice spot televisivo, prima l’ ha fatto, poi ci ha ripensato e per non inimicarsi la Cina, gli ha chiesto scusa perchè il Richard Gere cinematografico (legato al Tibet) lascia le impronte delle sue mani sulla neve vicino a quelle di un bambino tibetano. Ecco come ci rende il dio profitto, genuflessi in modi sconci.
Ecco che allora il mio pensiero, corre verso quei 250 bambini che hanno disputato, giorni or sono, un torneo di calcio a Padova, dove tutti ne sono usciti vincitori, dove un ragazzino di nome Riccardo, è stato segnalato quale miglior portiere, dove lo stesso ragazzino per l’ emozione si è sentito male la notte, dove le pagine del giornale locale Il Gazzettino hanno dato evidenza a questo torneo giovanile, dove questo ragazzino, in ferie a Bibione con i suoi genitori è stato convocato a Padova per una nuova partita ma che appena terminatala ritornerà in vacanza nella stessa serata, dove il contorno di pubblico sarà composto dall' insieme di genitori e nonni: quelli di Riccardo non avranno contrassegni politici o militari, saranno semplicemente mamma Sandra, papà Fabrizio, nonna Olga e nonno Dario.
Se proprio poi vogliamo vederci degli sponsor, va beh !, per questa volta pizza e gelato pagato.
Ma caro Antonio, e questo lo sai anche tu anche se non puoi dirlo, è la vera essenza dello sport…ingenuità, passione, spensieratezza, e tanta onestà che i genitori inculcano nelle menti dei bambini e che a volte (ormai troppo spesso) viene influenzata in modo negativo da chi del vero sport ne ha fatto uno sporco Business, ed oggi anche sporche transazioni politiche.
1 commento:
Caro Franco,
mi hai bruciato sul tempo.
Avevo in mente un presente da rimetterti a proposito delle Olimpiadi di Pechino, ma tu hai colto senza tante storie proprio nel segno,altro che bracciali,scuse e non scuse, c'è di più caro Franco e pochissimi, Mennea mi sembra,altri non ricordo,in Cina ( dove c'è una bandiera rossa ed un unico partito chiamato sfacciatamente comunista?,la pena capitale,la fame,la più potente mafia del mondo assieme a quella di Putin,la natura si è ribellata e l'acqua delle gigantesche dighe fabbricate non rispettando alcun principio ecologico , sta travolgendo ed uccidendo uomini ed animali con naturale furia ,e non nominiamo il Tibet, per carità di patria,ebbene in quello sterminato Paese faranno dei giochi che chiamano Olimpiadi ).Il capitale mondiale ha distrutto coscenze e logiche morali, nonostante la morte globale e la furia dei soldi,quasi tutte le nazioni del mondo parteciperanno alla vergognosa festa del danaro,ma se le nazioni non hanno dignità almeno i così detti atleti potrebbero rifiutarsi di andare,perderrebbero i vantaggi e chissà quanto guadagno ,verrebbero espulsi non ubbidendo ,ma che esempio storico darebbero alle poche persone che sono ancora alla ricerca del bene del buono della parità tra uomini.
Ricordi i pugni chiusi guantati di Città del Messico ed il capo chino dei tre atleti che poi dovettero essere dimenticati dalle relative nazioni?.Quelli furono uomini, due statunitensi ed uno australiano,il destino divino e le loro patrie non li perdonarono ma quando si rivede quella foto allora si è orgogliosi dell'atto compiuto dai quei tre atleti di cui non c'è bandiera o fazzoletto come per il CHE , ma se cominciassimo noi a rinverdire per i giovani il bellissimo eroico gesto dei tre atleti malissimamente - vergognosamente sopportati dalle loro nazioni.L'australiano è deceduto ,nell'oblio assoluto pochi mesi or sono,ma i due atleti di colore statunitensi erano presenti all'addio dell'Uomo,dal lavoro che esercitano nel loro Paese sono partiti per riconoscenza a dare l'ultimo saluto all'Amico di intelligenza che un giorno aveva condiviso alla luce del mondo il loro eroico gesto.Anni orsono, la brava e stupenda Jean Seberg dovette scappare dall'america perchè tacciata di essere comunista,fu la compagna di uno dei due atleti di colore,fuggi errabonda per l'Europa, venne in Italia,andò a Parigi,girò films discreti, sempre sabotata per le sue ide politiche,aveva debuttato giovanissima e stupenda in Bonjour Tristesse,eppoi girò , lavorò sempre carina, ma tenuta ai margini per le sue idee politiche,sicchè a nemmeno 40 anni si uccise a Parigi.
Io ho reso omaggio alla sua dimenticata tomba nel cimitero degli artisti e le ho dedicato due o tre poesie.Ecco anche queste cose ci sono dietro le luci dei giochi olimpici,ma è meglio forse non sembrare troppo romantici e tristi,realisti si però,chè la Coca-Cola, e le potenti finanziarie internazionali non è giusto che vincano alla faccia della uguaglianza e del rispetto tra uomini.
A Pechino , almeno ora con tutti quei morti sconosciuti per le calamità, le Olimpiadi non dovrebbero esserci,non si tratta di sabotaggio, ma un pò di coscienza non guasterebbe.
Sarebbe un gesto di cui essere fieri ed almeno una volta i ricchi fermerebbero il loro assalto globale.
Non ti pare Franco?,
comunque grazie per l'ospitalità.
dario.
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