di Dario Petrolati
Nelle pagine centrali di Repubblica di ieri c'erano foto crudissime , anche commentate dall'amica Miriam Mafai, quando era consigliere comunale a Pescara nell'immediato dopo guerra.
Un servizio crudissimo con foto dolorose che pareva rivedere un film neorealista forse mai nei giri dei cinema, foto che mettevano in evidenza scarponi pesanti ed usurati senza lacci dimenticati quasi, nei piedi di bambini stracciati come i sciuscià che ci eravamo scordati.
Donne e bambini coperti di stracci in attesa che cadesse un miracolo dal cielo, che poi non venne, ma provvidero i padri , coloro che rifecero il Paese distrutto dalla guerra.
Miriam commenta con parole senza veli come si viveva allora, la mutua, le mense popolari, il sapore di minestra che odorava oltre il quartiere.
E si comprava nei negozi di alimentari "segnando", si faceva a "fiducia" ed ogni famiglia teneva il "libretto" ove venivano scritte cifre e date della "roba" che si acquistava.
C' erano, anche di questo molti di noi si erano scordati, il "libretto di povertà".
Non era un marchio, solo autenticava per scritto che la famiglia segnata con nome e cognome era povera.
Questa è la parola cruda e vera che ci fa paura ,terrorizza,credevamo riguardasse un lontano passato che quasi faceva colore, parola tanto cruda che annulla -sotterra ogni illusione , compresa la solidarietà insegnataci dal sindacato che era riuscita a dare dignità a chi si trovava in difficoltà economiche, non più usando anzi facendo un distinguo dalla parola carità, troppo umiliante ed ingiusta.
Ora si parla di aiutare "i disagiati "( poveri )con la "carta per gli anziani", eufemismo crudo per non usare il vecchio Libretto di Povertà.
Qualche euro, non ci sono più le lire, da mettere nel piatto della minestra chè sarà meglio del nulla, significa che anche se non vogliamo riconoscerci nello specchio siamo arrivati, non credevamo toccasse a noi, al capolinea delle illusioni perdute.
I sacrifici tutti, le parole, i pensieri, ora dovremo subire ed in silenzio , umiliati ed offesi stretti in una morsa che non meritavamo.
Fatti i conti dobbiamo almeno ammettere, riconoscere che abbiamo forse sognato di essere un popolo che avesse già troppo sofferto, invece siamo tornati indietro, tanto che pochi di noi pensavano potesse capitare proprio a noi.
Salviamo almeno la dignità morale e stringiamoci attorno alle persone per bene,che pur ci sono.
Un servizio crudissimo con foto dolorose che pareva rivedere un film neorealista forse mai nei giri dei cinema, foto che mettevano in evidenza scarponi pesanti ed usurati senza lacci dimenticati quasi, nei piedi di bambini stracciati come i sciuscià che ci eravamo scordati.
Donne e bambini coperti di stracci in attesa che cadesse un miracolo dal cielo, che poi non venne, ma provvidero i padri , coloro che rifecero il Paese distrutto dalla guerra.
Miriam commenta con parole senza veli come si viveva allora, la mutua, le mense popolari, il sapore di minestra che odorava oltre il quartiere.
E si comprava nei negozi di alimentari "segnando", si faceva a "fiducia" ed ogni famiglia teneva il "libretto" ove venivano scritte cifre e date della "roba" che si acquistava.
C' erano, anche di questo molti di noi si erano scordati, il "libretto di povertà".
Non era un marchio, solo autenticava per scritto che la famiglia segnata con nome e cognome era povera.
Questa è la parola cruda e vera che ci fa paura ,terrorizza,credevamo riguardasse un lontano passato che quasi faceva colore, parola tanto cruda che annulla -sotterra ogni illusione , compresa la solidarietà insegnataci dal sindacato che era riuscita a dare dignità a chi si trovava in difficoltà economiche, non più usando anzi facendo un distinguo dalla parola carità, troppo umiliante ed ingiusta.
Ora si parla di aiutare "i disagiati "( poveri )con la "carta per gli anziani", eufemismo crudo per non usare il vecchio Libretto di Povertà.
Qualche euro, non ci sono più le lire, da mettere nel piatto della minestra chè sarà meglio del nulla, significa che anche se non vogliamo riconoscerci nello specchio siamo arrivati, non credevamo toccasse a noi, al capolinea delle illusioni perdute.
I sacrifici tutti, le parole, i pensieri, ora dovremo subire ed in silenzio , umiliati ed offesi stretti in una morsa che non meritavamo.
Fatti i conti dobbiamo almeno ammettere, riconoscere che abbiamo forse sognato di essere un popolo che avesse già troppo sofferto, invece siamo tornati indietro, tanto che pochi di noi pensavano potesse capitare proprio a noi.
Salviamo almeno la dignità morale e stringiamoci attorno alle persone per bene,che pur ci sono.
2 commenti:
Questa povertà non mi sta bene.
Mi spiego.
L'altra quella lontana del dopo guerra riguardava me e me,naturalmente i miei genitori,ed altri cari, ma tutti più grandi di me.
Ora invece non ho nè le forze nè il diritto di difendere i piccoli nipoti che nati in epoca in cui tutto luccica , in giorni d'inganno,mi guarderebbero come se li avessi mentito,tradito.
La televisione,i giochi elettronici,le bugie regalate a raffica li hanno resi ebeti,a scuola sono bravi-bravissimi, però non possono concepire la vita senza Tv. e personal,chè li abbiamo legati a fole di cui dovremmo vergognarci.
Tutto quì , ma come faremo noi senza pc., e il cellulare e la bici nuova , tutti punti interrogativi ai quali rispondere,dire che era uno scherzo sarebbe una vigliaccata, immaginare Riccardo con gli scarponi di Sciuscià sarebbe pazzesco ed allora mi chiedo cosa posso fare prima che accada, prima di far soffrire questi piccini che abbiamo generato con spirito leggero, da incoscenti.
Non c'è destra, non c'è sinistra,il sorriso di un bambino vale sempre più di ogni ideale di noi grandi,ma stupidi.
dario
La politica che questo governo votato ,scelto per l'ennesima volta,dalla metà degli Italiani,non scendo in alcun distinguo tra destra e sinistra,sta attuando promesse ed impegni da terzo mondo,impaurisce il popolo meno preparato, più sprovveduto ed indifeso,si sapeva chi era la razza al potere,tutti sanno chi è il padrone che attualmente è terrorizzato di finire in galera,eppure lo hanno ancora scelto ciò significa che sono daccordo con lui .Allora diffidare da chi non si conosce benissimo,e non dimenticare le umiliazioni che stiamo subendo complici circa 17 milioni di suoi alleati ammiratori.
Io personalmente non perdonerò chi è dalla sua parte,mai.Non solo per me.
dario.
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